Di cosa è fatta la vita? Di domeniche pigre in cui rimaniamo a letto e abbracciamo un libro appena iniziato. Di tempo speso inutilmente a cercare cose inutili. Di pomeriggi passati a guardare scendere le gocce di pioggia sul vetro della finestra della nostra camera. Il libro sconfigge la solitudine, crea un mondo sicuro e protetto. Sdraiatevi, concedetevi la vostra dose di benessere, e relax. Buona lettura.
La Dandini è una donna acuta, introspettiva che, ricorrendo all’ironia, snoda il suo romanzo con una poetica fresca ed estemporanea.
Non segue una trama precisa, ma un flusso di ricordi e aneddoti: una buona dose di leggerezza è lo sfondo delle vicende.
In un racconto in prima persona svela episodi misti a riferimenti letterari o musicali.
La ragazzina del libro è diventata una donna adulta, affronta la vecchiaia con serenità e accetta i segni del tempo sul corpo. Promotrice di uno stile personale, riesce a far riaffiorare ricordi lontani da difettosi luoghi della memoria.
Il racconto spazia tra ricordi e riflessioni personali mettendo a nudo le debolezze umane: i piccoli difetti sono lo specchio dei tratti distintivi di ognuno.
L’autrice esplora con tenerezza e sincerità una catena di debolezze di cui andare fiera, di fragilità che si sono tramutate in punti fermi.
Il libro è la strada per autoassolverci, per fare pace con noi stessi, accettare i nostri difetti, e per fare in modo che le nostre fragilità diventino spunti di riflessione e di crescita. Perdonarsi le imperfezioni e convivere con i nostri punti deboli è la chiave.