La possibilità di imparare, di riscoprirsi si cela tra le righe di questo romanzo da assaporare quando l’insonnia lascia il corpo immobile nel letto.
Di sera, sotto le coperte, per capire l’importanza della ricerca del vostro posto nel mondo. Buon libro.
Vincitore del Premio Strega 2017, Paolo Cognetti esordisce con un libro sui rapporti umani, sulla possibilità di imparare e sulla ricerca del nostro posto nel mondo.
Stile trasparente e comunicativo, mai scialbo, con toni musicali, preciso e privo di similitudini, l’autore esplora i rapporti come in un viaggio, alla scoperta di se stessi come paesaggio brullo e aspro.
La storia è quella di Pietro, un giovane solitario di città, del suo rapporto con la famiglia e di come la sua nuova amicizia con Bruno lo porti a riconoscersi e ad innamorarsi di quelle cime grigie e dure.
La montagna vista come neve, dirupi, creste, torrenti, laghi; è più profondamente un modo di vivere la vita, di accettare il silenzio, di comprendere un modo di respirare, di cadenzare il passo del cammino, di avere tempo e misura.
La montagna, con la sua bellezza dura e selvaggia, segna l’anima, lascia un’impronta sulle vite di chi l’ama. Diventa spirito puro che non abbandona più il corpo.