Quello montessoriano non è soltanto un metodo educativo, ma, a ben vedere, un vero e proprio stile di vita che coinvolge il bambino, la famiglia, la casa e…la camera da letto.
Il principio fondamentale da cui Maria Montessori si mosse per costruire le basi del suo approccio neuropedagogico (che comprende in sé diverse discipline tra cui le scienze pedagogiche, le neuroscienze e la psicologia costruttivista) è quello della “libera scelta del discente”. Un altro modo per dire che il bambino deve essere lasciato libero di costruirsi il proprio autonomo percorso educativo, di scegliere che cosa approfondire, che cosa scoprire e quanto tempo dedicare ad ogni attività. Questo, ovviamente, all’interno di un range di attività proposte dall’adulto. Nei primi anni della sua divulgazione questo metodo si mostrò estremamente innovativo: da un lato perché rendeva il bambino protagonista della sua vita in un momento storico in cui egli era visto come un “piccolo adulto”, come un essere da instradare; dall’altro perché obbligava l’adulto a guardare il mondo con gli occhi del bambino.
Ed è esattamente quest’ultima caratteristica che rende il metodo montessoriano uno “stile di vita” e che, in qualche modo, arriva a coinvolgere tutta la famiglia, la casa e persino la camera da letto. Riflettiamo. Se dobbiamo dare al bambino la possibilità di scegliere, dovremo anche fare in modo che i suoi oggetti siano, per lui, a portata di mano e che la strada per raggiungerli sia priva di pericoli (spigoli vivi, scale, prese della corrente, cose scivolose…). Il suo spazio, dunque la sua cameretta, dovrà essere “pensata” dagli adulti a sua misura. E il letto non dovrebbe essere autonomamente raggiungibile dal bimbo? Maria Montessori aveva pensato anche a questo: niente culle troppo alte, niente sbarre, niente che impedisca al bambino di scendere e salire dal suo lettino liberamente. Il requisito fondamentale del lettino montessoriano dunque è la sua altezza: 20 cm da terra, materasso compreso. Salire e scendere dal letto sarà così per il bambino un gesto del tutto autonomo che potrà aiutarlo anche ad imparare a godersi lo spazio del suo sonno raggiungendo da solo l’equilibrio che gli permetterà di godere di un riposo ristoratore privo di ansie. Anche le ante e le sbarre spariscono dai lettini montessoriani lasciando i bambini liberi di guardarsi intorno ed interagire con uno spazio che sentiranno più facilmente del tutto “loro” e del quale non avranno difficoltà a fidarsi. Tutto questo garantisce, come si diceva, la familiarità del bambino con il sonno, per loro tanto importante.
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