Che stanchezza al mattino!
Una delle cose che dovremmo fare per migliorare la nostra vita è cercare di fare un buon sonno, possibilmente ogni notte, ma purtroppo, come sappiamo, non è così semplice raggiungere questo obiettivo. I disturbi del sonno sono abbastanza diffusi e colpiscono un’ampia fascia della popolazione, che vive con disagio le conseguenze di una tale condizione anche durante le ore successive, nella normale attività quotidiana e che si manifestano, ad esempio, con sonnolenza diurna o mancanza di concentrazione. Questi problemi, quindi, non sono circoscritti e spesso già al risveglio mattutino sentiamo che qualcosa non va, che la giornata non comincia con il piede giusto. Per affrontare al meglio gli appuntamenti che caratterizzano le nostre giornate, dobbiamo tentare di favorire il miglior riposo possibile, indispensabile per garantirci il recupero di tutte le energie necessarie per essere più attivi nel lavoro e goderci appieno i momenti più importanti. Ma come possiamo limitare i danni causati da insonnia & co.? La prima cosa da fare è quella di rivolgersi al proprio medico che saprà consigliarvi la soluzione più opportuna.
Dimmi quanti anni hai e ti dirò quanto dormire
C’è comunque un’importante valutazione da fare: dobbiamo, infatti, sapere che ogni età necessita di un certo numero di ore di sonno, che non è lo stesso per sempre; nei primi tre mesi di vita abbiamo bisogno di dormire per circa 14 a 17 ore, dopo i 65 anni possono esserne sufficienti 7 o 8. Come è evidente c’è una diminuzione progressiva, anche se va sottolineato il fatto che quelli appena forniti sono dati che possono essere certamente un riferimento, ma che sono inevitabilmente soggetti a variazioni, perché ognuno di noi ha esigenze specifiche per quanto riguarda il riposo.
Potrebbe, quindi, essere utile cercare di “ascoltare” il nostro corpo; verificare, cioè, se quelle 7 o 8 ore che abbiamo passato a dormire siano state sufficienti per non soffrire di quei malesseri che sono i segnali tipici di una nottataccia. Se la risposta è no e per tenerci svegli durante le faccende quotidiane siamo costretti ad aumentare il numero delle tazzine di caffè, forse dovremmo prendere in seria considerazione l’idea di allungare di un’ora il nostro riposo.
Tutti a nanna! Ma a che ora?
Sembrano informazioni superflue, ma non è così, perché purtroppo molto spesso tendiamo a non dare troppa importanza al riposo e alle buone abitudini che lo dovrebbero regolare. Per esempio, avete mai pensato a quale dovrebbe essere il momento migliore per andare a letto? Dipende dall’ora in cui avete fissato la sveglia: se, per esempio, suonerà alle 7,30 il sonno potrebbe cominciare alle 22,15 o alle 23,45. Le due opzioni sono legate al numero dei cicli da 90 minuti che sono più congeniali al vostro benessere: nel primo caso (h. 22,15) saranno 6 per un totale di 9 ore di sonno, nel secondo 5 per un risultato finale di 7,5. Nel computo generale vanno inoltre considerati i 15 minuti necessari per addormentarsi.
Un riposo soffice sul futuro del pianeta
Dormire poco e male può avere diversi effetti negativi sulle nostre condizioni generali, fisiche e psicologiche, per cui appena notiamo le prime difficoltà rivolgiamoci ad uno specialista e seguiamo le sue indicazioni. E poi non dimentichiamoci di spegnere i device almeno mezz’ora prima di andare a letto, di fare un po’ di attività sportiva, se è possibile all’aria aperta, di esporci alla luce solare per preservare i ritmi circadiani, di limitare caffeina e nicotina la sera e di scegliere il materasso giusto. Morfeus ha molte proposte e tutte che valorizzano due aspetti fondamentali: la qualità dei materiali e il comfort. La collezione Another Sleepè un invito al benessere, al rispetto della natura e di noi stessi, la via migliore per un riposo soffice sul futuro del pianeta.
Attenzione
Le informazioni contenute in questo articolo sono presentate a solo scopo informativo, in nessun caso possono costituire la formulazione di una diagnosi o la prescrizione di un trattamento, e non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica. Si raccomanda di chiedere sempre il parere del proprio medico curante e/o di specialisti riguardo qualsiasi indicazione riportata. Se si hanno dubbi o quesiti sull’uso di un farmaco è necessario contattare il proprio medico.