Nel comfort della vostra camera, abbassate le luci e fate play.
Bertolucci, sognante e nostalgico, presenta una pellicola interessante con una forte estetica e una cura narcisistica dei corpi. Uno sguardo voyeristico con citazioni cinematografiche.
TRAMA
Parigi, primavera 1968. Contestazione giovanile in fermento.
La voce narrante del film è Mattew, studente americano che arriva nella capitale per studiare francese; il cinema è una realtà in cui può trasportarsi e identificarsi. Qui conosce la bella Isabelle e suo fratello gemello Theo. Con loro scopre un’intimità estrema. Il giovane viene trascinato in un delirio di erotismo, giochi perversi e strane penitenze fino alla più totale alienazione della realtà.
Va a vivere con i due ragazzi in un grande appartamento malandato con stanze disordinate e bizzarre. Come altrettanto bizzarre sono le abitudini dei fratelli.
Un gioco intellettuale in cui ognuno dimostra la validità delle proprie opinioni.
E un gioco d’amore, morboso, malizioso. Intricato, pittorico incastro di corpi.